Artefiera2020
Si è svolta a Bologna la quarantaquattresima edizione di Arte Fiera, iniziata il 24 gennaio e che si conclusa il 26 gennaio 2020, curata dalla direzione artistica di Simone Menegoi.
Un evento molto interessante che richiama nomi di prestigio nel campo dell’arte e che sempre di più ha saputo fare attenzione alla cura e qualità degli stand, coccolando il visitatore fin dall suo arrivo (quest’anno è stata cambiata location con i padiglioni 15 e 18 della Fiera Bologna e per questo sono state attrezzate comodissime e frequenti navette gratuite).
All’interno della manifestazione sembra di essere catapultati in un elegante mondo parallelo, tra galleristi, collezionisti e pubblico attento ed elegante, vip a caccia di un buon investimento, blogger e influencer pronte a testimoniare la loro partecipazione alla fiera con o meno cognizione di causa, perchè l’importante è non mancare all’evento più esclusivo della città.
Quest’anno alla Fiera si può notare un grande richiamo agli anni ’80, con installazioni e led con scritte, frasi d’effetto, luci e colori fluo.
Numerose le installazioni che indicano la strada di un’opera d’arte sempre più tridimensionale e oltre,
che non si limita ad essere guardata, ma verrebbe voglia di toccarla, maneggiarla, con numerosi materiali particolari quali le resine, il legno, pannelli …alcuni che sembrano fluttuanti ed altri misteriosi, come ad arrivare altrove.
Non mancano le opere che lasciano il pubblico perplesso, come una installazione di boxer di colore rosso appesi, o altre che sembrano perfette per diventare sfondo di un selfie come il poster che ritrae le curve sinuose della compianta Moana Pozzi.
Interessanti le talk, che permettono di incontrare da vicino esperti e galleristi, o di assistere ad una sound performance.
La città nutre un odio-amore nei confronti di questo evento dall’aria esclusiva e naif:
da un lato grandi nomi di artisti che espongono le loro opere e pubblico che raggiunge la città da tutta Italia, dall’altro un tipo di arte che non sempre tutti comprendono e apprezzano, fatta eccezione per i classici che difficilmente ci si permetterebbe di criticare, ma ogni anno si mostrano un pò ripetitivi.
Si sa, spesso l’arte contemporanea, che si tratti di musica sperimentale come di teatro di ricerca, è amata o odiata… poiché occorre a volte essere veramente esperti per notare le particolarità, tecniche raffinate o magari citazioni, mentre per il grande pubblico può sembrare qualcosa di più semplice e dunque meno meritevole di spazi e investimenti così importanti.
Una delle critiche più frequenti è sul prezzo: elevato rispetto allo standard delle altre fiere nel territorio, non a caso i bolognesi apprezzano molto il circuito off.
In contemporanea alla rassegna ufficiale, infatti, la città si anima di mostre, installazioni, performance in vecchi magazzini sistemati per l’occasione, come in negozi che divengono temporanee gallerie.
Per alcuni giorni tutti a Bologna diventano amanti o esperti d’arte, tra lodi o critiche, ma forse solo per quello spirito anticonformista che caratterizza la città delle due torri.
Artefiera Gaia Chon, speaker radiofonica e performer teatrale bolognese.
http://www.artefiera.it/home/776.html